M.V.M.

Creato il
30/11/98.


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Triste compleanno di un torturatore

MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN

La Repubblica, 26 / 11 / 1998.


Don Augusto non ha avuto un compleanno felice. Continua, addirittura si accelera per lui una Via Crucis in cui più di una volta dovrà guardarsi allo specchio che gli rimanda il suo viso da genocida. Sospetto che, per via della sua età, finirà per non entrare in alcuna prigione e tornerà in Cile come un martire della Tortura e della Pica (il pungolo elettrico), sacra causa sostenuta dai suoi truci avvocati alla Camera dei Lord. Ma nessuno più potrà liberarlo dalla Via Crucis.
Due dei cinque Lord che hanno deciso di togliere l'immunità a Pinochet sono ebrei, vale a dire, sono memori dell' Olocausto e nel prendere la loro decisione hanno pensato al viso delle vittime di Pinochet come se si fosse trattato di quelle di Hitler.
I due Lord che si opponevano al ritiro della sua immunità fanno parte della setta della ragione di Stato, quella setta che nel Regno Unito ha prodotto la tortura e la guerra sporca nelle colonie esterne o in quelle interne, come l'Irlanda, senza che con ciò le loro signorie mettessero mai in forse la dignità delle loro parrucche.
Il quinto lord, quello che ha deciso, appartiene semplicemente al genere umano e si è sentito in qualche occasione un uomo solo e debole, complice quindi dei deboli, di tutti gli esposti a tutti i Pinochet di questo mondo. Si è posto all' altezza del giudice Garzon, un uomo da porre all'inizio della lunga marcia verso un nuovo ordine legale internazionale, finora l'elemento più positivo apportatoci dalla globalizzazione. Non si può dire che oggi potrebbe essere un gran giorno: oggi è per davvero un gran giorno.
È come se fosse ancora possibile il sogno della Ragione, al di sopra dei cadaveri etici dei teologi della ragione di Stato e della sovranità della repressione. Se Tony Blair non lo impedisce, Pinochet tornerà in Spagna in circostanze assai diverse da quelle della sua visita nell'autunno del '75, quando rappresentò il Cile ai funerali di Franco, di cui si dichiarò acceso ammiratore. In quell'occasione gli estremisti spagnoli gli gridarono: viva i generali coraggiosi, perché Pinochet aveva avuto il coraggio di mitragliare folle indifese, di troncare i polsi al cantante Victor Jara, di torturare a morte il funzionario internazionale spagnolo Soria, di assassinare in Argentina il generale democratico Prats, o a Washington il politico democristiano Letelier o di attentare a Roma contro oppositori democratici. Ora tornerà in Spagna inseguito da un clamore universale tardo e opportunista, ma necessario. Come se gli gridassero dietro. Ladro! Assassino! No, non è un vecchietto ottantatreenne. È un torturatore ottantatreenne.
La tenacia della memoria delle vittime o dei loro discendenti e quella di un giudice spagnolo, il senso comune di un lord - il quinto lord - inglese hanno messo in moto l'immaginario emozionante del governo universale della Ragione. Questo Millennio finirà meglio di quanto ci si poteva aspettare. Si era tracciato il lieto fine di un presente senza passato e pertanto senza cause né colpevoli di un finale della festa tanto miserabile e per il momento abbiamo già uno dei carnefici più rappresentativi costretto, quanto meno, a festeggiare il proprio compleanno lontano dalle fosse comuni che si vantava di aver riempito in modo tanto economico. Attento al bilancio dello Stato, come ha confessato in modo tragicomico, si era molto spesso servito di una sola bara per seppellire ben due cadaveri.

(Traduzione di Hado Lyria)


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